La Torta di San Zeno, ricca e tanto golosa, si realizza in onore di San Zenone; contiene uvette, noci, mandorle e pinoli.
Buongiorno amici ed amiche e buon primo di Aprile!
No, oggi non c’è nessun pesce scherzoso: vi voglio parlare di una torta.
Che bontà, una delle migliori torte mai mangiate…certo, dovete amare la frutta secca, altrimenti non farà per voi.
Per me è stata una vera scoperta; l’ho mangiata in porzioni minime perché è piuttosto calorica e devo ammettere tristemente che sono lievitata parecchio ahimè nell’ultimo periodo.
Grazie alla menopausa, ma anche grazie al fatto che adoro mangiare, lo trovo uno dei migliori piaceri della vita: senza esagerare ovviamente.
Comunque, tornando a noi, ecco questa meraviglia, la Torta di San Zeno, realizzata per la rubrica mensile “Alla mensa coi santi“.
Una torta ricca, golosa, profumata…realizzata in onore di San Zenone che si festeggia il 12 di Aprile principalmente nel Veneto, in particolare a Verona e dintorni.
Volete saperne un po’ di più su questo santo, conosciuto anche con il nome di San Zeno?
Adesso qui sotto ve ne parlo…
Zenone, detto Zeno, nacque in Africa, forse in Mauritania, non si sa bene in che anno; dal 362 sino alla sua morte fu Vescovo della città di Verona, città del quale è il patrono.
Fu umile, ricco di carità verso i poveri, grande oratore, uomo colto e gioviale, tanto da essere sempre rappresentato sorridente e sereno.
Zeno, fu l’ottavo vescovo di Verona e costruttore della prima Chiesa, che tra il 485 e il 588 scampò a due disastrose piene dell’Adige, si narra per sua intercessione.
Egli col fiume era, si dice, in rapporti di familiarità; infatti, pur insignito dell’Episcopato, viveva in povertà con alcuni monaci in luogo solitario in riva all’Adige, pescando e cibandosi di pesce.
A ricordo di come si procurava i suoi pasti frugali, nell’iconografia è rappresentato con un pastorale dove è appeso un amo con un pesce.
Viene venerato come patrono dei pescatori d’acqua dolce ed ovviamente della città di Verona con i suoi abitanti.
Il martirologio romano ne fissa la memoria al 12 di Aprile, giorno della sua morte nel 371, ma nella diocesi di Verona la ricorrenza è stata spostata il 21 Maggio.
Questo per ricordare l’anniversario della traslazione delle sue reliquie nella basilica, avvenuta nell’anno 807.
Lì in suo onore vengono effettuate numerose manifestazioni culturali e cerimonie religiose, che durano più settimane e si consuma questo tipico dolce a lui dedicato.
Notizie prese dal web e dal libro Dolci delle feste di Slow Food editore, dal quale ho estrapolato la ricetta.
Torta di San Zeno
Equipment
- forno
Ingredients
- 100 g farina 00 più un poco per ungere la teglia
- 1/2 cucchiaino lievito per dolci
- 3 uova
- 150 g zucchero semolato
- 50 g mandorle pelate
- 80 g gherigli di noce
- 70 g uvetta sultanina
- 150 g burro morbido più una noce per ungere la teglia
- 25 g pinoli
- 1 limone non trattato
- 100 ml latte
- 1 pizzico sale fino
- q.b zucchero a velo per spolverizzare la superficie
Instructions
- Ammollare l'uvetta passa in acqua tiepida; nel frattempo tostare per alcuni minuti le mandorle in una padella antiaderente, farle raffreddare e con un coltello affilato tagliarle a pezzetti piccoli, insieme alle noci.In una ciotola capiente lavorare il burro ammorbidito con lo zucchero, ottenendo un composto cremoso.
- Unire a questo punto le uova una alla volta sempre mescolando, poi il latte e la farina setacciata ed addizionata del lievito.Unire a questo punto l'uvetta ben strizzata, le mandorle e le noci a pezzettini, i pinoli, un pizzico di sale ed un pochino di scorza di limone grattugiata, sempre mescolando per amalgamare bene il tutto.
- Ungere col burro una tortiera di 22 cm di diametro, poi infarinarla leggermente e versare l'impasto ottenuto; infornare in forno precedentemente riscaldato a 180° con funzione statica e cuocere per 40-45 minuti circa (fare la prova dello stuzzicadenti per verificarne l'avvenuta cottura).Sfornare, lasciar raffreddare il dolce, poi sformarlo su un piatto da portata, spolverizzando con abbondante zucchero a velo.
Notes
- Si conserva per alcuni giorni se ben chiusa in un contenitore ermetico al riparo dall’umidità.
- La ricetta è tratta dal libro I dolci delle feste di Slow food editore
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Inoltre, ogni primo giorno del mese, la nostra rubrica arriverà puntuale da tutti voi!
Come fatto finora, ognuna di noi vi parlerà di una ricetta legata ad un Santo in particolare, cercando di comporre anche un piccolo menù.
Miria questo mese ci presenterà i Resurrection cookies – Biscotti della storia di Pasqua, mentre Monica ci mostrerà i Canestrelli della Domenica delle Palme
Come sempre vi ricordo anche la nostra bella mappa interattiva che potrete visionare qui
Qualche altro dolce ricco di frutta secca realizzato nel tempo qui sulle mie paginette pasticcione?!
Ecco ad esempio questa torta alle noci e yogurt davvero speciale!
O ancora il Melaccio di Marco Bianchi, morbido ma ricco di mele e frutta secca, irresistibile…
O per finire, perfetti per l’ora del tè, questi cookies alle mandorle, albicocche e cioccolato, uno tira l’altro come le ciliegie!
Ora però è giunto proprio il momento di salutarvi…
Questa è una rubrica che arricchisce tanto, e noi che la scriviamo ne beneficiamo per prime.
Grazie per seguirmi sempre con affetto!
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Scappo, un abbraccio ed un saluto immenso a tutti!
A prestissimo!
2 commenti
wow che bontà! Adoro la frutta secca e questa torta è da provare 🙂
Un abbraccio
Siiii, è davvero ricca ed irresistibile! Un bacione e buon pomeriggio 🙂