Gli spaghetti alla Gennaro sono legati alla tradizione napoletana e vengono preparati durante la festa patronale per omaggiare il Santo.
Eccoci arrivate anche questo mese all’appuntamento con la rubrica “Alla mensa coi Santi“…il mese di settembre è arrivato, l’estate è volata e a me non sembra vero.
Come sempre insieme alle amiche Monica e Miria ci troviamo a raccontarvi di alcuni piatti della tradizione italiana legati al culto ed alla venerazione di alcuni Santi patroni: io questo mese vi parlerò del patrono della città partenopea, San Gennaro.
Ho voluto realizzare questo primo piatto semplicissimo, gli spaghetti alla Gennaro, ma assolutamente tanto tanto buono, irresistibile direi…è un piatto realizzato con pochi ingredienti poveri ma che lo rendono ricco di sapore e di bontà.
Questo piatto era anche tanto amato dal principe Antonio De Curtis, in arte Totò, ed è riportato anche nel libro scritto su di lui dalla figlia Liliana…la mia versione arriva proprio da qui.
Che dire?!
Io, che sono del nord e che sono abituata ad altri sapori, beh, ho letteralmente adorato questo piatto…adesso vi racconto un segreto: dopo averlo realizzato per la rubrica (solitamente cucino il piatto un po’ di giorni prima, per vedere come viene o eventualmente modificare qualcosa che è andato storto o che non mi ha convinto particolarmente) l’ho cucinato praticamente un giorno sì e l’altro quasi…
I miei l’hanno amato tantissimo ed anche io!
Col basilico fresco del mio balconcino, poi, mmmmm….il profumo ha avuto una marcia in più 😉
Qui la versione originale 😉
Ma torniamo a noi, e torniamo a San Gennaro, patrono della città di Napoli e venerato in maniera forte ed intensa da tanta gente.
Fra i santi dell’antichità è certamente uno dei più venerati dai fedeli e se poi consideriamo che questi fedeli sono primariamente napoletani, si può comprendere per la nota estemporaneità e focosa fede che li distingue; il suo culto, travalicando i secoli, è giunto intatto fino a noi, accompagnato periodicamente dal misterioso prodigio della liquefazione del suo sangue, che tanto attira i napoletani.
Prima di tutto il suo nome diffuso in Campania e anche nel Sud Italia, risale al latino ‘Ianuarius’ derivato da ‘Ianus’ (Giano) il dio bifronte delle chiavi del cielo, dell’inizio dell’anno e del passaggio delle porte e delle case.
Il nome era in genere attribuito ai bambini nati nel mese di gennaio “Ianuarius”, undicesimo mese dell’anno secondo il calendario romano, ma il primo dopo la riforma del II secolo d.C.
Gennaro era nato a Napoli (?), nella seconda metà del III secolo, e fu eletto vescovo di Benevento, dove svolse il suo apostolato, amato dalla comunità cristiana e rispettato anche dai pagani; nel contesto delle persecuzioni di Diocleziano si inserisce la storia del suo martirio.
Egli conosceva il diacono Sosso (o Sossio) che guidava la comunità cristiana di Miseno e che fu incarcerato dal giudice Dragonio, proconsole della Campania; Gennaro saputo dell’arresto di Sosso, volle recarsi insieme a due compagni, Festo e Desiderio a portargli il suo conforto in carcere.
Dragonio informato della sua presenza e intromissione, fece arrestare anche loro tre, provocando le proteste di Procolo, diacono di Pozzuoli e di due fedeli cristiani della stessa città, Eutiche ed Acuzio.
Anche questi tre furono arrestati e condannati insieme agli altri a morire nell’anfiteatro, ancora oggi esistente, per essere sbranati dagli orsi; ma durante i preparativi il proconsole Dragonio, si accorse che il popolo dimostrava simpatia verso i prigionieri e quindi prevedendo disordini durante i cosiddetti giochi, cambiò decisione e il 19 settembre del 305 li fece decapitare.
Si racconta che una donna di nome Eusebia riuscì a raccogliere in due ampolle (i cosiddetti lacrimatoi) parte del sangue del vescovo e conservarlo con molta venerazione; era usanza dei cristiani dell’epoca di cercare di raccogliere corpi o parte di corpi, abiti, ecc. per poter poi venerarli come reliquie dei loro martiri.
Durante il trasporto delle reliquie di s. Gennaro a Napoli, la suddetta Eusebia o altra donna, alla quale le aveva affidate prima di morire, consegnò al vescovo le due ampolline contenenti il sangue del martire; a ricordo delle tappe della solenne traslazione vennero erette due cappelle: S. Gennariello al Vomero e San Gennaro ad Antignano.
Il culto per il santo vescovo si diffuse fortemente con il trascorrere del tempo, per cui fu necessario l’ampliamento della catacomba. Affreschi, iscrizioni, mosaici e dipinti, rinvenuti nel cimitero sotterraneo, dimostrano che il culto del martire era vivo sin dal V secolo, tanto è vero che molti cristiani volevano essere seppelliti accanto a lui e le loro tombe erano ornate di sue immagini.
Va notato che già nel V secolo il martire Gennaro era considerato ‘santo’ secondo l’antica usanza ecclesiastica, canonizzazione poi confermata da papa Sisto V nel 1586. La tomba divenne come già detto, meta di continui pellegrinaggi per i grandi prodigi che gli venivano attribuiti; nel 472 ad esempio, in occasione di una violenta eruzione del Vesuvio, i napoletani accorsero in massa nella catacomba per chiedere la sua intercessione, iniziando così l’abitudine ad invocarlo nei terremoti e nelle eruzioni, e mentre aumentava il culto per s. Gennaro, diminuiva man mano quello per s. Agrippino vescovo, fino allora patrono della città di Napoli; dal 472 s. Gennaro cominciò ad assumere il rango di patrono principale della città.
Il miracolo della liquefazione del sangue (che è opportuno dire non è un’esclusiva del santo vescovo, ma anche di altri santi e in altre città, ma che a Napoli ha assunto una valenza incredibile), secondo un antico documento, è avvenuto per la prima volta nel lontano 17 agosto 1389; non è escluso, perché non documentato, che sia avvenuto anche in precedenza.
Detto prodigio avviene da allora tre volte l’anno; nel primo sabato di maggio, in cui il busto ornato di preziosissimi paramenti vescovili e il reliquiario con la teca e le ampolle, vengono portati in processione, dal Duomo alla Basilica di S. Chiara, in ricordo della prima traslazione da Pozzuoli a Napoli, e qui dopo le rituali preghiere, avviene la liquefazione del sangue raggrumito; la seconda avviene il 19 settembre, ricorrenza della decapitazione, una volta avveniva nella Cappella del Tesoro, ma per il gran numero di fedeli, il busto e le reliquie sono oggi esposte sull’altare maggiore del Duomo, dove anche qui dopo ripetute preghiere, con la presenza del cardinale arcivescovo, autorità civili e fedeli, avviene il prodigio tra il tripudio generale.
Avvenuta la liquefazione la teca sorretta dall’arcivescovo, viene mostrata quasi capovolgendola ai fedeli e al bacio dei più vicini; il sangue rimane sciolto per tutta l’ottava successiva e i fedeli sono ammessi a vedere da vicini la teca e baciarla con un prelato che la muove per far constatare la liquidità, dopo gli otto giorni viene di nuovo riposta nella nicchia e chiusa a chiave.
Una terza liquefazione avviene il 16 dicembre “festa del patrocinio di s. Gennaro”, in memoria della disastrosa eruzione del Vesuvio nel 1631, bloccata dopo le invocazioni al santo.
Il popolo napoletano nei secoli ha voluto vedere nella velocità del prodigio, un auspicio positivo per il futuro della città, mentre una sua assenza o un prolungato ritardo è visto come fatto negativo per possibili calamità da venire.
La liquefazione del sangue è innegabile e spiegazioni scientifiche finora non se ne sono trovate, come tutte le ipotesi contrarie formulate nei secoli, non sono mai state provate. È singolare il fatto, che a Pozzuoli, contemporaneamente al miracolo che avviene a Napoli, la pietra conservata nella chiesa di S. Gennaro, vicino alla Solfatara e che si crede sia il ceppo su cui il martire poggiò la testa per essere decapitato, diventa più rossa.
dal sito Santi e beati.it
Spaghetti alla Gennaro
Ingredienti
- 320 g spaghetti n.5
- 4-5 acciughe sott’olio ben sgocciolate
- 3 fette pane raffermo
- 2 spicchi aglio
- q.b olio extravergine d’oliva
- q.b origano secco
- q.b foglie di basilico fresco
- q.b sale fino
Istruzioni
- Strofinare le fette di pane con uno spicchio d'aglio e poi sbriciolarle grossolanamente in un mortaio; con il pestello ridurlo in briciole abbastanza consistenti ma non troppo grosse, poi mettere da parte. Mettere sul fuoco l'acqua per la cottura della pasta, salarla ed una volta ad ebollizione, cuocere gli spaghetti.
- Mentre gli spaghetti cuociono, in una capace padella antiaderente (se un saltapasta ancora meglio!) aggiungere qualche cucchiaio d'olio e lo spicchio d'aglio; dorarlo bene e poi eliminarlo. Unire le briciole di pane e farle insaporire nell'olio per alcuni minuti, tostandole un poco; una volta pronte, e diventate dorate, toglierle dalla padella e metterle in un piatto.
- Sempre nella stessa padella, versare un goccio d'olio e le acciughe spezzettate; con un cucchiaio di legno o una spatola amalgamarle all'olio, riducendole in crema. Aggiungere l'origano (una bella spolverata), e continuare ad amalgamare; scolare gli spaghetti al dente ed aggiungerli al condimento di acciughe, regolando di sale a piacere.
- Mantecare bene il tutto, unire le foglie di basilico spezzettate e le briciole di pane tostate, saltandole a fiamma vivace per insaporire tutta la pasta col condimento. Impiattare e finire con qualche altra fogliolina di basilico fresco a piacere.
Note
Oltre alla mia ricetta, questo mese Monica ci presenterà la peperonata gustosa di padre Pio, che la mamma del Santo preparava per lui; Miria invece preparerà i biscotti di San Gennaro, come me in onore di questo santo tanto venerato.
Come sempre potrete visionare tutte le ricette pubblicate finora, cliccando sull’immagine come quella riportata qui sopra, che trovate a lato destro del blog.
Vi diamo appuntamento al prossimo mese con altre ricette della nostra bella tradizione italiana!
Come sempre vi lascio in compagnia della nostra rubrica tutta da leggere e da scoprire (io stessa ogni volta resto stupita da quante belle tradizioni abbiamo nella nostra Italia legate al culto e alla venerazione dei santi), vi mando un grandissimo abbraccio, e….alla prossima!
22 commenti
Carissima Simo, ho letto soltanto ora questa tua ricetta e….ma è davvero incredibile! Io ieri ho fatto QUESTA GUSTOSISSIMA ricetta!!!! Ho usato spaghettoni grossi de “La Pasta di Camerino” proprio speciali, rispetto alla tua proposta ho aggiunto peperoncino calabrese del mio orto e capperi dissalati. Pane grattugiato tostato nella padella antiaderente e origano fresco sardo, del mio angolo delle aromatiche.
Una bontà assoluta. Grazie per l’interessantissima storia e agiografia di San Gennaro, che segue.
Ti abbraccio e a presto
Susanna
Ma dai, che telepatia!
Questa è anche la preferita di Totò, che la sorella ha scritto nel libro a lui dedicato…
bello anche che hai fatto una variazione sul tema, come dico io sempre, largo alla fantasia in cucina, con quella non si sbaglia mai!
Ti abbraccio forte e ti auguro una bellissima giornata 🙂 <3
Ciao dolce Simo, eccomi di nuovo, adesso mi faccio una scorpacciata di tutte le tue ultime ricette… top, come sempre.
Questi spaghetti mi attirano un sacco, e siccome tutti adoriamo le acciughe non mi resta che farla, ciao meravigliosa ragazza.
Grazie carissima, questa la devi proprio fare, vien bene anche ccon ingredienti gluten free 😉
Prova e poi dimmi! Baciotto
Un piatto semplice però tanto gustoso , che dire, da tanta soddisfazione.
Proprio così! Hai colto nel segno 😉
Un abbraccio
Wuauuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu questo piatto di pasta è qualcosa di spettacolareeeeeeeeeeeee…. tutti i miei ingredienti preferiti da preparare in un lampo!!!! Voglio provarla subito. A presto LA
Provala e vedrai che ti piacerà un sacco! Ingredienti poveri ma risultato da re 😉
Bacioni
Ciao Simona
Vengo ogni tanto a leggerti, da tanto tempo ormai;
complimenti per il tuo blog, mi piace molto e ho già replicato alcune delle tue ricette.
Io sono di origine molisana; oggi ti scrivo per dirti che questo piatto, senza le acciughe, anch’io l’ho già mangiato tante volte e viene preparato, in un paese in provincia di CB per il giorno di S.Giuseppe, 19 marzo, “spaghetti con la mollica” lo chiamano… è BUONISSIMO!!!….e molto semplice come tu hai detto.
Un bacione,
Adelina.
Che bello e che piacere conoscerti Adelina!
Vedi, è sempre bello scoprire, anche attraverso una piccola rubrica, quante siano le tradizioni della nostra Italia…
NOn ero a conoscenza di questo piatto per San Giuseppe, ma me lo segno, e lo proverò anche in questa versione!
Grazie per avermi scritto, mi ha fatto un immenso piacere, a presto 🙂
È un grande piacere anche per me.
Se vuoi leggere qualcosa di più sul piatto che ti dicevo, ti mando qui sotto un link dove troverai tutte le curiosità che lo riguardano.
http://www.saporidimamma.it/?recipe_type=vegetariana
A presto.
Adelina.
Grazie mille, guarderò!
Un caro saluto 🙂
Un piatto semplice, ma molto gustoso e il tocco delle erbe aromatiche lo rende anche più appetitoso ^_^
Un bacio
Proprio così! Io non amo molto le acciughe, ma qua dentro ci stanno che è una meraviglia!
Un abbraccione cara 🙂
Ciao Simo, visto? Siamo a settembre… il tempo ci è scivolato di mano come anguille… e senza che ce ne accorgiamo saremo alle prese con l’albero di Natale… e il presepe… Vabbè, si vede che siamo impegnate a sbrigare 3.000 incombenze che fanno perdere la nozione del tempo. Genuino, semplice e gustoso il tuo piatto di spaghetti alla gennaro. 😋 Interessante la storia del Santo. Ti auguro una splendida e serena settimana, ricca di grandi soddisfazioni. Un abbraccione. 🌷
Mamma mia, il tempo vola amica mia.
Presto si metteranno i maglioni pesanti, e l’estate….sarà un ricordo.
Speriamo di non ricadere nell’incubo della scorsa primavera, ma io voglio pensare positivo!
Prova questo piatto, è davvero un inno al sapore e alla bontà, nonostante la semplicità di realizzazione…
Un abbraccione a te e buona settimana
Mamma mia questi spaghetti mi hanno fatto venire l’acquolina!!! E poi quelle foglioline di basilico (del tuo balconcino…!!!) sono la fine del mondo 🙂
Sono facilissimi, si fanno davvero in un battibaleno…e ti assicuro che sono troppo buoni!
Un grande abbraccio
Semplice e buono non ho mai preparato di spaghetti in questa maniera dovrò recuperare al più presto.
Un bacione
Anche io non avevo mai provato, ma da ora in poi li farò sempre più spesso, sono velocissimi e tanto buoni….
Che bella la nostra rubrica amica mia!
Baci
Che meraviglia questo piatto Simo…semplice e delizioso! Lo proverò prestissimo, perché mi ispira assai! Bellissima questa rubrica…quante cose sto scoprendo sui santi!
Bacio grande,
Mary
Devi provarlo assolutamente, è di una velocità, semplicità e bontà incredibili…un piatto salva-cena davvero super!
Un abbraccio amica mia, questa rubrica è davvero interessante e ci intriga sempre più….