I taralli di San Biagio ricetta abruzzese sono delle ciambelline leggere, croccanti e golose, profumate all’anice e poco dolci, realizzate tradizionalmente per la ricorrenza del Santo
E’ già arrivato anche febbraio!
Mamma mia come vola il tempo…
Ogni mese inizio questo post con le stesse parole…eh sì, ogni primo del mese eccoci qua con l’appuntamento “Alla mensa coi santi“, scritto in collaborazione con le amiche Miria e Monica.
Il mese di febbraio ha molti santi da venerare; io essendo di origini lombarde, ricordo molto bene San Biagio, con la benedizione della gola e il panettone di Natale benedetto insieme al pane…
La processione in Chiesa e la benedizione con le due candele incrociate sotto la gola, insomma vividamente tutte le tradizioni legate alla sua venerazione.
Già di San Biagio avevo parlato qui lo scorso anno con la torta di San Biagio di Cavriana, ed anche qui, su come utilizzare il pandoro avanzato dalle festività, nella giornata a lui dedicata..
Quest’anno vi voglio proporre i Taralli di San Biagio ricetta abruzzese; sono stata curiosissima di scoprire le tradizioni di questa bella regione che ahimè non conosco ma che mi piacerebbe tanto visitare.
Ho trovato la ricetta su questo sito; ho visto però che in rete esistono diverse versioni: una con lievito di birra, ed un’altra più friabile e senza lievitazione, dove si utilizza il lievito per dolci.
Ho preferito scegliere questa seconda variante….il risultato sono stati dei taralli croccanti, friabili, profumatissimi e golosi, perfetti da inzuppare in un buon vino liquoroso (ma anche no 😉 ).
Qui adesso vi racconto come li ho fatti e vi parlerò, come sempre, anche di questo santo tanto venerato in tutto la nostra bella Italia.
Biagio di Sebaste, noto come San Biagio, è stato un vescovo e santo armeno, venerato dalla Chiesa Cattolica e da quella Ortodossa.
A San Biagio sono stati attribuiti diversi miracoli, tra cui il salvataggio di un bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce; in molti luoghi quindi, proprio per questo miracolo da lui compiuto, proprio il 3 febbraio, è tradizione compiere la benedizione della gola con le candele benedette il giorno precedente (giorno della Madonna Candelora).
Di lui non si sa molto; si sa che il suo martirio è avvenuto durante le persecuzioni dei cristiani, intorno al 316, nel corso dei contrasti tra gli imperatori Costantino (Occidente) e Licino (Oriente).
Catturato dai Romani fu picchiato e scorticato vivo con dei pettini di ferro, quelli che venivano usati per cardare la lana, ed infine decapitato per aver rifiutato di abiurare la propria fede in Cristo. Si tratta di un Santo conosciuto e venerato tanto in Occidente, quanto in Oriente, e fa parte dei quattordici cosiddetti santi ausiliatori, ossia, quei santi invocati per la guarigione di mali particolari.
In Italia San Biagio è venerato in moltissime città e località, delle quali, di molte, è anche il santo patrono, e viene festeggiato il 3 febbraio in quasi tutta la penisola.
I suoi emblemi sono il bastone pastorale, la candela, la palma, e il pettine per lana, ed è ovviamente il protettore della gola.
Le reliquie di San Biagio sono custodite nella Basilica di Maratea, città di cui è santo protettore: vi arrivarono nel 723 all’interno di un’urna marmorea con un carico che da Sebaste doveva giungere a Roma, viaggio poi interrotto a Maratea, unica città della Basilicata che si affaccia sul Mar Tirreno, a causa di una bufera.
Proprio qui, il Santo viene festeggiato per ben 2 volte l’anno; il 3 febbraio, come di consueto, e il giorno dell’anniversario della traslazione delle reliquie, dove i festeggiamenti durano 8 giorni, dal primo sabato di maggio fino alla seconda domenica del mese.
Notizie prese dal sito Santi e Beati.it
Viene venerato in tante regioni, in qualcuna è definito il protettore/patrono dei cardatori per via delle torture che subì; protettore anche dei contadini (specie nel mondo balcanico), dei veterinari, dei fidanzati (nelle Alpi tra il Piemonte e la Francia), dei tessitori…
E’ pregato contro le malattie degli animali e i malanni della bocca e della gola (proprio per l’episodio della spina di pesce che ho citato sopra).
In Abruzzo, in occasione di questa festa, si consumano i Taralli di San Biagio, delle piccole ciambelle profumate all’anice, che ricordano la forma della gola.
La tradizione vuole che i dolcetti vengano regalati in Chiesa dopo la benedizione con le due candele….
Come già dicevo sopra, ho trovato in rete diverse versioni; una è a base di pasta simile a quella del pane, la mia invece è la versione dolce più croccante e friabile.
Taralli di San Biagio ricetta abruzzese
Equipment
- forno
Ingredienti
- 500 g farina 00
- 4 uova medie
- 80 g olio d'oliva delicato
- 120 g zucchero (per me di canna)
- 10 g semini di anice
- 8 g lievito per dolci
- 1 pizzico scorza di limone non trattato grattugiata finemente
- q.b zucchero
Istruzioni
- In una ciotola, rompere le uova ed aggiungere l'olio, i semini di anice e lo zucchero, amalgamando ben bene.Aggiungere poco alla volta la farina addizionata del lievito ed iniziare prima mescolando, poi impastando; unire anche la scorza del limone grattugiata e formare una bella palla di impasto.
- Accendere il forno e portarlo ad una temperatura di 180° statico; rivestire un paio di leccarde con carta forno.Distribuire in un piatto piano un po' di zucchero (servirà per rotolarci dentro i taralli prima di cuocerli).
- Dividere l'impasto in una ventina di palline; formare con ciascuna di esse dei salamini di circa 15 cm di lunghezza, larghi un dito più o meno, che andranno rotolati nello zucchero.Chiudere ciascun salamino formando una ciambellina (tarallo), sormontando leggermente le estremità e, una volta terminato l'impasto, adagiarli tutti sulle teglie ben distanziati fra loro.
- Formati quindi tutti i taralli, infornare e cuocere prima una teglia e poi l'altra a 180° modalità statica per circa una ventina di minuti; si devono dorare ma non troppo.Estrarre le teglie dal forno e lasciar raffreddare completamente i taralli prima di metterli in un contenitore ermetico.
Note
Perfetti come idea regalo ed anche da gustare con del vino liquoroso.
QUESTO è il sito da dove ho preso la ricetta
Che ne dite, non viene voglia anche a voi di inzupparne uno nel vino dolce?
Credetemi, sono davvero irresistibili…
Come sempre questo che vedete sopra è il nostro banner; io lo metterò a lato destro del blog così potrete cliccarci sopra per vedere tutta la raccolta delle nostre ricette.
Inoltre, ogni primo giorno del mese, la nostra rubrica arriverà puntuale da tutti voi; ognuna di noi vi parlerà di una ricetta legata ad un Santo in particolare, cercando di comporre anche un piccolo menù.
Miria questo mese ci porterà in Francia con la Brioche de Saint Genix aux pralines roses
Questa la nostra mappa che sta riscuotendo un grande successo, e per questo vi ringraziamo davvero!
Spero quindi che i miei Taralli di San Biagio ricetta abruzzese vi siano piaciuti; spero anche e soprattutto di avervi fatto scoprire qualcosa in più relativamente alle tradizioni della nostra bella Italia!
Provateli…poi aspetto le vostre impressioni.
Io come sempre rimango qui, su queste paginette pasticcione e vi do appuntamento alla prossima proposta…
Un caro saluto e a presto
6 commenti
Eccole le tue ciambelline di San Biagio Simo! Sono fantastiche e bellissimo anche il racconto del Santo che ci hai regalato! Ti aspetto qui in Abruzzo amica mia❤️
Un abbraccio grande,
Mary
Eh….come mi piacerebbe venire! Chissà…mai dire mai…
Un abbraccio grande e buona serata amica cara <3
Ciao Simo, conosco questi taralli dolci all’anice. Mia mamma, non so se aveva un Santo di riferimento, li preparava sempre e mio padre adorava inzupparli nel vino che faceva lui stesso. Sono veramente molto buoni e profumatissimi. Io, da perfetta stupida, a quei tempi li snobbavo un pò. Oggi, invece, farei carte false per gustarmeli. Buon proseguimento settimana. Un grande abbraccio. 💝
Mamma mia, se fossimo vicine te ne cuocerei una vagonata!
Sono buonissimi, non troppo dolci e profumatissimi di anice…sì, inzuppati sono la fine del mondo <3
Vedi a volte le coincidenze...
Io non li conoscevo, da noi al Nord San Biagio si festeggia mangiando il panettone avanzato da Natale!
Bacionissimi e buona serata 🙂
L’Abruzzo è una regione che ho nel cuore.
Quando mio figlio era un ragazzino siamo andati in vacanza lì, sempre stessa spiaggia-stesso mare, per diversi anni.
Ho visitato diversi luoghi e ho avuto l’occasione di assaggiare piatti tipici, ma questi taralli mi mancano.
Mi piace molto questa versione croccante 🙂
Bravissima!
Sì, so che le spiagge sono lunghe e bellissime, di sabbia fine, i luoghi da visitare meravigliosi…quanto è bella la nostra Italia!
Questi si preparano solo a San Biagio, ci sono due versioni ma io ho preferito questa qui 😉
Un abbraccione e buona giornata!